martedì 17 gennaio 2012

Qualche verità sull'editoria, quella buona

Scusate, si fa tanto parlare GIUSTAMENTE di editori a pagamento, ma perché non parliamo per una volta anche degli editori NON A PAGAMENTO? Perché non diciamo una volta per tutte che molti di loro, mi riferisco soprattutto a quelle multinazionali con tanti capitali, e non solo ai soliti Mondadori e similari, parlo di quelle case editrici un po’ più umane ma pur sempre piene di quattrini da investire, il sogno di ogni scrittore. Ecco, parliamo un attimo di loro. Perché non fanno il loro mestiere? Perché i loro editor, pagati a stipendio per leggere i manoscritti, non leggono le proposte? Con quali criteri scelgono quali libri sono o non sono da pubblicare? E cosa è questa omertà nel non rispondere quando uno scrittore, dopo mesi di attesa, chiede un riscontro? La mia risposta è: perché non sono gli editor a decidere, perché un romanzo che non è accompagnato da una forte spinta o da un nome altisonante, non verrà mai letto. Perché tanti omini con cervelli più piccoli dei testicoli di un topo, decidono di pubblicare non l’idea di un autore, ma un autore a lui simpatico al quale appioppare un’idea decisa a tavolino dai suddetti uomini con cervelli grandi come testicoli di un topo.

1 commento:

Silvia Azzaroli ha detto...

Perfettamente d'accordo tesora.
E' anni che sono nauseata dal fatto che cani e porci, solo perché famosi ( per qualunque motivi: dal reality all'omicidio!) o amici dell'editore, abbiano più chance dei veri scrittori.