sabato 31 gennaio 2009

Un padre e un padre, il parere di Roberta



Ecco il primo commento ufficiale (completo) del mio nuovo lavoro, grazie robi :)

Ho finalmente letto la tua storia (i tre capitoli...41 pagine, per
intenderci)...e devo ammettere che sono sorpresa;) Piacevolmente
sorpresa;)

Avevo - come ti avevo già manifestato delle grosse perplessità - :
sono una cattolica praticante, frequento la parrocchia come
collaboratrice laica, e lavoro con preti giovani. Faccio un po'
fatica a "digerire" una storia d'amore in quel contesto, lo ammetto.

Ma la tua storia...prende. Fila via molto bene, si fa leggere, è
accattivante in un modo molto particolare, piace per il contesto,
normale, eppure profondo. Sei stata brava a prendere una tematica non
facile e a renderla...onesta, credibile.

Saro' sincera: occorre un grosso lavoro di editing, sui nomi, luoghi,
usanze inglesi (es. LOUIS e non Luis, HAMILTON e non Hemilton...), e
anche un po' sull'italiano:( E qui purtroppo non ti posso essere
d'aiuto perché ho una marea di impegni a cui già fatico a stare
dietro:( Mannaggia:(
Pero' la storia funziona, secondo me funziona un sacco!;)
I personaggi sono ben delineati, funzionano, bello il contraltare tra
Padre Julian e Padre Donald.

E' attraente. Complimenti;)

Annoverami tra i tuoi fans!


Per tutti quelli che vogliono leggere questo racconto e altri andate nel gruppo idemoniegliangelidigiusiracconti

giovedì 22 gennaio 2009

Non ho parole...

Oggi a pomeriggio 5, la Mussolini ha dichiarato di aver chiesto un esposto contro questo spot. Le motivazioni, davvero imbarazzanti, tra le quali spiccava: "perché io devo spiegare a mio figlio che mi chiede come può essere quell'uomo ridicolo con il parruccone un papà?" e amenità simili. Concetto di normalità clero vomitoso e via di questo schifo.
Qualcuno spieghi all'onorevole Mussolini che il mondo è pieno di drag queen sposati e magari padri e si scandalizza solo lei e i suoi simili

In ogni modo questo spot è delizioso.

mercoledì 21 gennaio 2009

Intervista a Silvia Azzaroli



Silvia Azzaroli è una giovane autrice nata nel fitto mondo delle
fanfiction. Quest'anno è riuscita nell'intento di far conoscere il suo primo romanzo fantasy dal titolo La luna nera del Neckar.

Raccontaci tutto del tuo nuovo romanzo, anzi del tuo primo romanzo: Siamo in un continente misterioso e fantastico, un giovane e bellissimo principe si deve sposare, ma è un matrimonio di convenienza che dovrebbe servire a contrastare il feroce tiranno del regno confinante, che però riesce ad impedire il matrimonio, rapendo il principe e ricattandolo, costringendolo a rimanere nel suo castello come suo amante.
Comincia quindi un lunga lotta psicologica tra i due ed un certo punto sarà difficile capire chi sia realmente schiavo e prigioniero dell'altro.
Ad aiutare nella sua lotta il giovane principe, un misterioso essere sovrannaturale, una giovane serva, un esercito di ribelli, comandato da due gemelli, maschio e femmina, di origine straniera, a loro volta comandati da un misterioso nobile, che pare essere più crudele dello stesso tiranno.
Ti è sempre piaciuto questo genere? No, ad onore del vero in adolescenza ero quasi omofoba, mi sono appassionata a questo genere leggendo i romanzi di Anne Rice.
Hai sperimentato anche generi diversi, tipo noir, polizieschi, sentimentali o quant'altro? Sì, amo scrivere di tutto, a dire la verità non ho un genere ben preciso, amo mescolarli.
Perché un amore tra uomini? Mi affascinava l'idea di provare a scrivere un racconto originale su questa tematica, dopo aver scritto tante fanfiction su questa tematica. Mi piace scrivere storie d'amore, di qualunque tipo, e non trovo nessuna differenza a scrivere una su due uomini o un uomo e una donna.
Ma da questo punto di vista piacerà più ai gay o alle donne? Penso tutti e due.
Spiega a tua suocera (o futura suocera) cosa è lo slash, vai:
Eheh, questa è proprio difficile. Beh ... direi che è una storia d'amore tra due uomini ...
Ultima domanda: ora stai scrivendo? Se si cosa: Sì, sto finendo il mio secondo romanzo, una storia particolare, non slash, stavolta.E' una storia d'amore intimistica tra un ragazzo ed una ragazza europei che si trovano in Iraq, durante l'attuale guerra,e tra loro c'è prima di tutto un incontro di anime.Viene evocata anche l'antica Babilonia, con mille riferimenti alla guerra di oggi.
In bocca al lupo!

lunedì 19 gennaio 2009

Odia i gay perché non sono virili


Pochi giorni dopo il Natale ricevo da G., un mio caro amico di penna, diciamo così, un email scioccante. Solo da poco sono riuscita a mettermi in contatto con lui ed avere il consenso per pubblicarla. Eccone il testo:
Giusi, sinceramente non so se amarti e odiarti. Mi sa che leggendo i tuoi romanzi mi sono illuso che quei personaggi fossero persone e quel tipo di omosessualità esistesse per davvero. Tu sai quanto odio il mondo omosessuale, con tutti quei falsi miti, icone gay li chiamano, con i loro modi di fare, tutti uguali, tutti checche. Lo so, anch'io sono una checca, nel senso di effemminato. Putroppo odio gli effemminati, non riesco ad essere nemmeno amico con quelli che scheccano troppo e siccome un amico frocio gli eterosessuali non lo voglio, mi sono rimaste le donne. Da bravo finocchio ho solo amiche donne. Ma tu, maledetta, con i tuoi bellissimi uomini maschi dalla punta dei capelli alla punta dell'alluce passando dai peli del cazzo, mi hai fatto illudere che esistesse qualcosa di simile anche per me. Il problema è che "lui" è etero. Non di quegli etero di cui parli tu tanto allegramente e leggera, quelli che poi diventano gay, si amano e vissero felici e contenti. No, lui è un etero frocio, uno con la ragazza, con il lavoro da maschio, con l'abbonamento della Roma in tasca. Uno che quando ti scopa ti chiama puttana, ma questo va bene pure a me. Il problema è che poi ti tratta pure come una puttana fuori dal letto, ti viene a trovare quando ti pare, fa i suoi porci comodi. E se lasciasse 100 euro sopra il comodino dopo che si è svuotato le palle con me, sarei una zoccola certificata. Mi fa schifo "lui", mi faccio schifo io. E mi faccio schifo quando leggo le stronzate che scrivono i froci che tetengono il potere così acuti nel voler rivendicare le loro posizioni in società mentre le posizioni che interessano a loro di più sono quelle di come gli sfondano il tu immagini cosa, ho usato già troppe parolacce e tu sai bene che io non fa parte del mio stile. Sì cara, idio i gay, odio gli uomini effemminati, i finti etero froci fino al midollo. Odio questo mondo di merda. Non mi vergogno a dire che mi sono fatto i maschi nelle dark room ma solo per non vederli in faccia, per non vedere la vergogna nei loro volti, e per non sentire le loro voci stridule mentre chiedono il conto al ristorante o il prezzo della tale mutanda alla commessa di turno. Molto meglio perdersi nelle pagine dei tuoi nuovi romanzi dove sono tutti tanto maschi e tanto normali, tanto virili e coraggiosi, non come in Danzando, quello si che era lo specchio della realtà che conosco io fatto di scopate nei battuage e tutto il resto. Scusa, lo so che mi pentirò per questa email e..."Basta così. Il resto violerebbe il nostro "intimo" per così dire e anche se ho avuto la tua approvazione penso che sia sufficente quanto sopra. Che dire? Non parlo a te, ci siamo già detti tutto. Non sono offesa, anzi forse lusingata che ti sia venuta in mente io e i miei personaggi in un tale momento di sconforto. Ma "lui" non è l'unico maschio virile della terra, è una persona schifosa, questo sì, per come ti tratta e tu non meriti di essere trattato così. E non dirmi che voi gay siete masochisti nel DNA perché non ci credo. C'è una maniera per essere felici senza compromessi. Sto cercando di capire bene qual'è. Magari proviamo a farlo insieme.
Come sai ti voglio bene.

domenica 18 gennaio 2009

Giudizi universali

Troppo cerebrale per capire
che si può star bene senza complicare il pane,
ci si spalma sopra un bel giretto di parole vuote
ma doppiate

Così ci dice Samuele Bersani. Giudizi universali, giudicare... concetto assai relativo. Chi giudica chi? Come giudicare un amico, uno sconosciuto, come giudicare senza pregiudizio, senza il tornaconto. Senza nuocere. Con sincerità. Ma la sincerità è sempre una cosa buona? E, soprattutto, la sincerità è sempre sincera? Ma torniamo al testo di Bersani "ci si spalma sopra un bel giretto di parole vuote
ma doppiate
" un bel giretto di parole vuote, sì, ma a cui si vuole dare un concetto preciso, anche se sono vuote, anche se potrebbero andare bene per altri 100, 1000, libri. Come non farsi uccidere da tutta questa pochezza? Dalle ingiustizie giornaliere che subiamo? Niente, subiamo. Consumiamo questo dolore in attesa di qualcosa di diverso. Accettiamo il dolore, subiamo l'ingiustizia, sublimiamo il momento nella quale avremmo la nostra giustizia, la nostra rivincita. Credo tantissimo nel concetto di "prima o poi succederà", e sono convinta che chi semina vento raccolga solo tempeste. E, allo stesso tempo, chi semina bene prima o poi raccoglie. Raccoglie bene.

venerdì 16 gennaio 2009

Romantic eyes


Certo quel fisicaccio non passa inosservato. Ma quegli occhioni celesti, così romantici, così languidi. Quante cose evocano... oh, si che evocano...

lunedì 12 gennaio 2009

House e Wilson, esplorando tutte le possibilità


Da bravo diagnosta che non si lascia sfuggire nessun indizio al fine di arrivare alla soluzione, il nostro Hugh Laurie, interprete del Dottor House, fa sapere che il rapporto con Wilson, il suo grande non che unico amico, è inusuale e bisogna esplorare tutti gli aspetti.
Speriamo che nelle prossime serie gli autori si decidano a farli "esplorare" a vicenda.
fonte

lunedì 5 gennaio 2009

I soldi non fanno la felicità


Sì, vero però... però ti puoi comprare:
un bel divano comodo,
una bella macchina,
la moto,
l'abbonamento alla palestra più esclusiva della città,
quel vestito di Prada che tutti ti invidieranno,
la borsa di Gucci al modico prezzo di 1200 euro,
viaggietti vari,
ok tutte stronzate, ovviamente! Basta che c'è la salute. Poi se hai una propensione per la scrittura e ti sei messo in capoccia di pubblicare un libro, ecco qui il perfetto pollo o polla, da spennare ovviamente, e gli editori si leccano i baffi. Tanto guadagno, minimo sforzo.
Aver pubblicato a pagamento da la felicità? Beh non è paragonabile al divano comodo e a tutto il resto, e, soprattutto, non è paragonabile a
meritarselo.
Ma di che parliamo? Chi ha i soldi va a puttane, o meglio: sono le puttane che vanno da lui. Però mi viene da ribadire un concetto: il sesso, come l'amore, non è più dolce, sensato, gustoso, quando è totalmente gratuito? Non considerando che chi sa davvero scrivere, meriterebbe di essere pagato.
Senza per questo essere una puttana.

domenica 4 gennaio 2009