domenica 27 aprile 2014

Fai da tela

Dopo dieci anni da 
Vengo dalla lunala nuova feuturing firmata Caparezza/Diego Perrone s’intitola Fai da tela. La traccia 17 dell’album Museica resta coerente con tutto il concept, citando artisti e opere e da queste descrivendo situazioni, sfoghi e stati d’animo, molto reali, cupi, sicuramente crepuscolari e un’atmosfera claustrofobica, una specie di horror stile Kubrick.
“Il mio brano preferito, quello nel quale mi metto più a nudo” ha dichiarato l’artista Caparezza.
Rispetto a Vengo dalla luna, i due cantautori mostrano una crescita artistica notevole, ma che di sicuro non sorprende. La tematica è quella che si rintraccia in tantissimi dei precedenti lavori di Capa ma, soprattutto, negli ultimi lavori di Diego Perrone: Il motivetto, Vale e Fra, Rockstar. 
L’amarezza, l’inquietudine, l’illusione, la quasi rassegnazione. “Fai da tela, lascia che la gente ti dipinga, come vuole” non c’è troppo da capire, da interpretare. La questione è ben chiara: fregatene e vai avanti, tanto qualsiasi cosa farai o non farai, ci sarà qualche grillo parlante a dirti che stai sbagliando. E anche quando sceglierai di adattarti pensando che sia la cosa migliore, anche in quel caso scoprirai presto di aver sbagliato e di dover ricominciare tutto, proprio come su di una tela bianca, e magari non è nemmeno così terribile.
Questa però non è una morale, questa è l’arte, e l’arte non è reale. E nel caso di Fai da tela, è spettrale.
Non sono convinta che la versione radiofonica le renderà giustizia, dunque attendo con urgenza direi fisica il live per lasciare che ogni singolo pelo si alzi in un brivido non di paura, questa volta. Qualcosa di diverso, di più intimo.
Un consiglio a quelli che soffrono la sindrome di Stendhal, la performance che l’accoppiata riserverà live potrebbe mietere qualche vittima. Vi aggiornerò dopo il 13 Giugno.