Mi trovo al consiglio di classe (seconda media, ma non darò
altri dettagli) per decidere la rappresentante di classe ma arrivo in ritardo
pochi minuti e subito scopro che il tema sono gli insulti, o meglio: una
professoressa, per fortuna provvisoria, s’è permessa di insultare un alunno. A quel
punto mi è sembrato legittimo chiedere di che insulto si trattasse. La madre
del ragazzino, molto ma molto infervorata, ha fatto sapere che per via di un
innocente gioco tra ragazzini, la professoressa è stata rea di aver dato del
gay ai due giocherelloni. Capito? Dei gay... che questa ignorante cafona di
supplente intendesse dileggiare in quanto lei omofoba... già, abbiamo questa
gente qui a insegnare ai nostri figli, è stracerto. Difatti, ho subito fatto
capire che non si fa, ma quando ho sentito pretendere dalla mamma del bambino
dileggiato, scuse ufficiali, non ce l’ho fatta a stare zitta.
Dunque gay è insulto?
No mah...
NO MAH?
Mah che vuoi... se poi a mio figlio danno del gay e quello
si difende con un cazzotto io me la prendo con la professoressa, perché la
colpa è la sua!
Ok, dunque mi pare di capire che per queste persone, per lei
e per chi le dava ragione a gran voce, è meglio essere dei bulli che gay.
Carine.
Mi ha ricordato qualcosa... ma no, non ce lo metterò in mezzo questa volta. In
ogni modo mi sento schifata e tanto delusa: da questa supplente, da queste
madri di mentalità chiusa, da me stessa per aver provato un attimo a far
ragionare delle persone che si sono rifiutate di capire il mio punto di vista.
Gay
non è un insulto, è altro e dovrebbero iniziare a capirlo a 12 anni, per non
diventare come quella supplente. Omofoba e ignorante.