venerdì 15 giugno 2012

Ebbrezza al cioccolato... è donna

Questa è la bozza della copertina di Ebbrezza al cioccolato che composto grazie anche all'aiuto di Alessandra Giusti, insieme a me anche nell'avventura di Lezioni di tango. Ho scritto è donna già... la protagonista, Filomena, una pasticcera del Prenestino, quartiere popolare e popoloso di Roma, con pochi sogni e poche speranze, che però si ritrova tra le mani una grande occasione... della sua realtà, di questo suo spaccato di vita, parlerò ampiamente in seguito. Sì, lei è donna. Per la prima volta mi butto sull'universo femminile, per la prima volta mi cimento in quacosa che dovrebbe assomigliarmi, appartenermi ma così, forse, non è. Perché grazie a questo, chiamiamolo "esperimento", ho di nuovo chiaro, se mai ce ne fosse bisogno, che solo gli ignoranti pensano che in amore la differenza la faccia il sesso di appartenenza.
Per ora è un coming soon...

venerdì 1 giugno 2012

Chi ha ucciso la promozione della cultura

Tempo fa, insieme all’amico Raffaele Calafiore, editore di Nonsoloparole, si è giunti a credere ad un’idea simpatica e innovativa: regalare un romanzo, nell’ambito di cene o aperitivi cene. Già, un libro in omaggio. La cosa sembrava davvero interessante. Tutti erano entusiasti, sulla carta. Parlo dei ristoratori.

Si sa, al ristorante ci vai per mangiare, non per acculturarti. L’unica cosa che ti riempi è la pancia, non certo la testa. Eppure, non si dice che i libri siano cibo per la mente? Ecco l’idea: cibo per il corpo, cibo per la mente. Sì, sembrava tutto molto bello e attraente... mah... mah c’è che proprio oggi, mi sono resa conto che, almeno da queste parti, a nessuno frega un cazzo della cultura, anzi, di promuovere la cultura. La gente, spiegano i ristoratori, vuole dei passatempi facili facili: posta stravagante, il karaoke, la danza del ventre, i sottofondo musicali. I ristoratori non si fanno problemi a pagare i cantanti che imitano le icone musicali, che giustamente avranno un compenso, no? Ma non se lo sognano assolutamente di acquistare un quantitativo di libri, per poi regalarli come gadget hai clienti. Oddio regalare... ovviamente non si regala nulla, si “pompa” il prezzo della cena, del menù fisso che uno va a proporre. Si fa pagare il costo del libro. Anche se costa pochissimo, se è un libro ogni due persone, dunque stiamo parlando di massimo cinque euro in più. Anche in questo caso, niente amici miei.

Da un energumeno con moglie pazza a seguito, che, purtroppo, gestisce una pizzeria in zona Prenestina (spero di non offendere tutti i pizzaioli e ristoratori di zona!) mi sento dire: “va bene l’evento ma tu devi portare i tuoi clienti, farmi pubblicità. I miei clienti non te li do mica, pagano quello che pagano sempre, non se ne fanno niente dei libri. Io ti ho concesso il ristorante, questo è quanto”. Per poi essere poco gentilmente cacciata via. Che non fossero convinti lo sapevo, non nascondi la locandina in alto, sopra i prezzi così, se vuoi farla.

Questa degli eventi è una cosa che deve prima di tutto deve interessare a chi la fa, come qualsiasi cosa al fine di intrattenere i clienti. Come la televisione su sky (ma non si paga sky?). Come ovviamente lo spettacolo di cabaret.
Ma la cultura, amici miei, non va, proprio no, non si vende. A noi che amiamo leggere nessuno ci caga. A noi che ameremmo avere in regalo un libro, quando andiamo a cena fuori, non ci resta che ascoltare lo stornello di turno, sperando che la cena finisca al più presto.