Per ora è un coming soon...
Questo è solo uno dei tanti, troppi? Blog, è un luogo mio e di chi lo calpesta. Ma è soprattutto è dove posso far uscire fuori i miei demoni. Giusi Dottini è una scrittrice. Questo blog non ha ambizioni giornalistiche né fini di lucro. Chiunque rivendicasse la provenienza delle foto presenti, può rivolgersi all'amministratrice del Blog
venerdì 15 giugno 2012
Ebbrezza al cioccolato... è donna
Per ora è un coming soon...
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venerdì 1 giugno 2012
Chi ha ucciso la promozione della cultura
Tempo fa, insieme all’amico Raffaele Calafiore, editore di Nonsoloparole, si è giunti a credere ad un’idea simpatica e innovativa: regalare un romanzo, nell’ambito di cene o aperitivi cene. Già, un libro in omaggio. La cosa sembrava davvero interessante. Tutti erano entusiasti, sulla carta. Parlo dei ristoratori.
Si sa, al ristorante ci vai per mangiare, non per acculturarti. L’unica cosa che ti riempi è la pancia, non certo la testa. Eppure, non si dice che i libri siano cibo per la mente? Ecco l’idea: cibo per il corpo, cibo per la mente. Sì, sembrava tutto molto bello e attraente... mah... mah c’è che proprio oggi, mi sono resa conto che, almeno da queste parti, a nessuno frega un cazzo della cultura, anzi, di promuovere la cultura. La gente, spiegano i ristoratori, vuole dei passatempi facili facili: posta stravagante, il karaoke, la danza del ventre, i sottofondo musicali. I ristoratori non si fanno problemi a pagare i cantanti che imitano le icone musicali, che giustamente avranno un compenso, no? Ma non se lo sognano assolutamente di acquistare un quantitativo di libri, per poi regalarli come gadget hai clienti. Oddio regalare... ovviamente non si regala nulla, si “pompa” il prezzo della cena, del menù fisso che uno va a proporre. Si fa pagare il costo del libro. Anche se costa pochissimo, se è un libro ogni due persone, dunque stiamo parlando di massimo cinque euro in più. Anche in questo caso, niente amici miei.
Da un energumeno con moglie pazza a seguito, che, purtroppo, gestisce una pizzeria in zona Prenestina (spero di non offendere tutti i pizzaioli e ristoratori di zona!) mi sento dire: “va bene l’evento ma tu devi portare i tuoi clienti, farmi pubblicità. I miei clienti non te li do mica, pagano quello che pagano sempre, non se ne fanno niente dei libri. Io ti ho concesso il ristorante, questo è quanto”. Per poi essere poco gentilmente cacciata via. Che non fossero convinti lo sapevo, non nascondi la locandina in alto, sopra i prezzi così, se vuoi farla.
Questa degli eventi è una cosa che deve prima di tutto deve interessare a chi la fa, come qualsiasi cosa al fine di intrattenere i clienti. Come la televisione su sky (ma non si paga sky?). Come ovviamente lo spettacolo di cabaret.
Ma la cultura, amici miei, non va, proprio no, non si vende. A noi che amiamo leggere nessuno ci caga. A noi che ameremmo avere in regalo un libro, quando andiamo a cena fuori, non ci resta che ascoltare lo stornello di turno, sperando che la cena finisca al più presto.
Si sa, al ristorante ci vai per mangiare, non per acculturarti. L’unica cosa che ti riempi è la pancia, non certo la testa. Eppure, non si dice che i libri siano cibo per la mente? Ecco l’idea: cibo per il corpo, cibo per la mente. Sì, sembrava tutto molto bello e attraente... mah... mah c’è che proprio oggi, mi sono resa conto che, almeno da queste parti, a nessuno frega un cazzo della cultura, anzi, di promuovere la cultura. La gente, spiegano i ristoratori, vuole dei passatempi facili facili: posta stravagante, il karaoke, la danza del ventre, i sottofondo musicali. I ristoratori non si fanno problemi a pagare i cantanti che imitano le icone musicali, che giustamente avranno un compenso, no? Ma non se lo sognano assolutamente di acquistare un quantitativo di libri, per poi regalarli come gadget hai clienti. Oddio regalare... ovviamente non si regala nulla, si “pompa” il prezzo della cena, del menù fisso che uno va a proporre. Si fa pagare il costo del libro. Anche se costa pochissimo, se è un libro ogni due persone, dunque stiamo parlando di massimo cinque euro in più. Anche in questo caso, niente amici miei.
Da un energumeno con moglie pazza a seguito, che, purtroppo, gestisce una pizzeria in zona Prenestina (spero di non offendere tutti i pizzaioli e ristoratori di zona!) mi sento dire: “va bene l’evento ma tu devi portare i tuoi clienti, farmi pubblicità. I miei clienti non te li do mica, pagano quello che pagano sempre, non se ne fanno niente dei libri. Io ti ho concesso il ristorante, questo è quanto”. Per poi essere poco gentilmente cacciata via. Che non fossero convinti lo sapevo, non nascondi la locandina in alto, sopra i prezzi così, se vuoi farla.
Questa degli eventi è una cosa che deve prima di tutto deve interessare a chi la fa, come qualsiasi cosa al fine di intrattenere i clienti. Come la televisione su sky (ma non si paga sky?). Come ovviamente lo spettacolo di cabaret.
Ma la cultura, amici miei, non va, proprio no, non si vende. A noi che amiamo leggere nessuno ci caga. A noi che ameremmo avere in regalo un libro, quando andiamo a cena fuori, non ci resta che ascoltare lo stornello di turno, sperando che la cena finisca al più presto.
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