Capitò tra le mie mani, anzi
sotto i miei occhi qualche mese fa: Speed date con l’autore, ‘che bella idea’,
pensò la mia testolina non sempre lungimirante...
Ora, lasciato il giusto lasso di tempo alla ragione, mi domando: avrò problemi io di comunicazione?
Ora, lasciato il giusto lasso di tempo alla ragione, mi domando: avrò problemi io di comunicazione?
Resoconto: vado a questo speed
date che non vuol dire che sto cercando un uomo ma peggio: sto cercando un
editore. Un’idea nuova per dare la possibilità all'autore di presentare la
propria opera. Ok. Allora perché un mese dopo l'evento mi sono rivolta alla stessa persona
che in quell'occasione mi chiese di mandare la mia opera poiché interessante (si deduce ai
fini della pubblicazione e non per passare qualche ora...) invece mi sento dire: “Ehm...
mi dispiace, non sono io che leggo i manoscritti”... ? Perché diavolo!!!???
Gesù, ma allora che senso aveva lo
speed date? Cioè io ho parlato, ho spiegato, ho visto baluginare sguardi, ho
annusato interesse, ho suscitato commenti di approvazione. E ora? Che fine
farebbe tutto questo interesse? Relegato sulla pila di un editor che,
ovviamente, non sa nulla di nulla, non era allo speed date. Oppure, se presente fisicamente, di sicuro era tra quelli distratti.
Immagini sfocate di editoria
italiana. E a me sembrava un’idea così carina lo speed date con l’editore...